lunedì 4 febbraio 2013

3 febbraio 2013

Appena ti scrivo qualcosa succede che non ti vedo più e allora senza chiederti più di tanto niente che basta a pubblicarmi quanto di scritto c'è in questa chat Ciao sorellina;
Ciao nipotino, dai capelli verde rame, mi dispiace sì! Ma non è un problema per me che amo la famiglia di Dio. Tanto dico e altrettanto confermo che da parte mia non troverete mai la cattiveria che a volte io stesso cerco per proiettarmi in quel progetto d’Adamo e, del bene e del male che guarisce ogni ferita procurata da “Eva” e non dai figli. Quale migliora l’esperienza dei padri; perché Dio tramite Adamo li adempì in tutto. Passarono giorni mesi e anni che venne il profeta della legge. Ecco che allora anch’io senza tante parole che sono poche le congrue e concessive che intendo affermare. Di fatto voglio solamente ricordare l’undicesimo comandamento che regolarmente subisce la sicurezza e l’amarezza in famiglia di Mosè. Per tale comunicazione soldi e salute vogliono difendere questo poco che basta per vivere serenamente di Lui che é tutta la nostra vita, questa inseparabile legge. E’, di fatto, il comandamento di Mosè porta alla ragione dell’uomo seminatore di figli e seme spirituale di ogni buona famiglia. Qual è: onori il padre e la madre; giustamente cosa vuole l’undicesimo? Rispetti figlia e figli. E il mio è quello di non fare mai ciò che non mi è richiesto! Convinto di fare cosa gradita elimino i pensieri e le foto che potranno domani turbare Mario! Così facendo aggiungo che: non verrò mai meno per fare sempre … dando il mio meglio per i figli e figlie. E noi prima di essere “GENITORI” (madri e padre) siamo stati e saremo per sempre figli di Dio. Tutto è chiarito e, date a me il dolore! E la sofferenza. Zio ha provocato tutto questo; senza voler fare il male che aggrava l’anima di chi lo riceve senza informazioni. Rispetterò sempre la vostra prova nella personale che privatizzo senza evasi. Evadendo, mi faccio male; ma nel frattempo scrive: il superfluo. Quale: arrivi nei vostri congrui temi per il bene della famiglia. Ora mi fermo qua altrimenti ci viene a tutti il mal di testa. Dispiacersi non vuol dire differenza del bene e del male che fa la differenza. Vi confermo in sicurezza - libera di qualsiasi poesia. Che: vi voglio bene e senza ragione mi tocca scrivere a Mario - come il mio confine. Quale: dallo sguardo chiaro ci aggiorniamo quando nella prossima volta ci rivedremo. Nella chiusura e con la confusione mi mangio la parola “dispiacente” per far rendere conto a Zio lo scavalcamento che avvicina alla parola dando pubblicità in chi è stato chiamato in causa.
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